L’Associazione di Volontariato A.S.P.A. in difesa dell’Ospedale di Acri


di Redazione

La nascita del Comitato “Cittadini Liberi”contro il ridimensionamento dell’Ospedale Civile di Acri, per iniziativa di un gruppo di giovani che sta al di fuori di logiche politiche, per non correre il rischio di essere una parte contro un'altra, ha fatto sì che, finalmente, si potesse ragionare pubblicamente sul futuro del nosocomio cittadino, non nascondendosi le forti preoccupazioni per un ridimensionamento che potrebbe mascherare addirittura una chiusura fittizia del presidio sanitario. Ad agitare gli animi, ulteriormente, è stato il Decreto n.106, del 20 ottobre 2011, a firma del presidente della Giunta Regionale della regione Calabria, nella persona di Giuseppe Scopelliti, in cui si mette nero su bianco un deciso ridimensionamento della struttura, legittimando le preoccupazioni degli acresi. A seguito del suddetto decreto, il presidio ospedaliero “Beato Angelo” di Acri passerà, dunque, a venti posti letto per Medicina Generale e altri sedici posti letto multidisciplinari; e, contestualmente alla soppressione dei reparti di Chirurgia, Psichiatria, Ginecologia e Ostreticia, incerto è anche il futuro del Pronto Soccorso, della Radiologia e del Laboratorio Analisi. E’ necessario, dunque, fermare lo smantellamento e salvare l’ospedale di Acri per garantire il diritto all’assistenza e alla salute dei cittadini di un vasto comprensorio. A tal fine, l’Associazione di Volontariato A.S.P.A. (Acri-Soccorso-Pronto-Aiuto), che dal 1995 opera sul territorio di appartenenza (Comune di Acri), ma anche nei territori dei comuni limitrofi (Comune (Santa Sofia d’Epiro – San Demetrio Corone – Bisignano – e altri), offrendo ai cittadini servizi essenziali, quali trasporti sanitari, servizi dialisi, interventi 118 in emergenza, assistenza domiciliare agli anziani ed interventi di Protezione Civile, sostiene pienamente tutte le iniziative del Comitato “Cittadini Liberi” per difendere un presidio sanitario, particolarmente importante e assolutamente indispensabile per la specificità del territorio. Non si può essere privati di una assistenza sanitaria adeguata in una realtà difficile e problematica, come quella di Acri e del suo circondario. L’ospedale di Acri deve essere potenziato e messo in condizione di operare in modo efficiente, non va ridimensionato. Oggi, chiudere l’ospedale di Acri, che da molti anni rappresenta un presidio di buona sanità, significa mettere a rischio non solo l’assistenza ospedaliera, ma la salute e la stessa vita degli abitanti di un vasto comprensorio; significa privare dell’assistenza sanitaria immediata e mettere in pericolo migliaia e migliaia di persone, che per raggiungere l’ospedale più vicino dovrebbero percorrere tragitti abbastanza lunghi e tumultuosi. Il ridimensionamento dell’ospedale di Acri rappresenterebbe un fatto gravissimo: una violazione dei diritti all’ assistenza sanitaria e alla salute.

Pubblicata il 21/11/2011
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